La gioia delle piccole cose. La bellezza della primavera

Una margherita. Da sempre ho considerato questo fiore uno dei più semplici ed innocenti, eppure racchiude in sé tutta la freschezza e la gioia della primavera.


A volte, quasi sempre purtroppo, si ricerca la felicità in situazioni complesse ed artefatte.

Pensate a quando si deve festeggiare un semplice compleanno.
Ormai non basta più una festicciola con una torta dei pasticcini e le persone più care, serve una festa di quelle memorabili, con decine di invitati ed effetti speciali inimmaginabili.
Ma poi cosa rimane?

Dobbiamo riuscire a capire che c’è bisogno di tornare alla semplicità, alla capacità di saper godere della bellezza delle piccole cose. 

Delle cose quotidiane, così semplici, ma allo stesso tempo piene di bellezza. 

Come un semplice fiore bianco, come una margherita, che con la sua luce riesce a farci capire che finalmente è tornata la primavera.

Trovare il magnifico nelle piccole cose: sembra un concetto semplice, ma non è così.

Io per prima trovo difficile seguire questa regola di vita e mi rendo conto che ho molto da imparare da quella nanetta di mia figlia.

Ogni giorno che passa capisco sempre di più che una bambina di 18 mesi ha ancora tanto da apprendere, ma al contempo riesce a regalarmi perle di saggezza preziose e da non smarrire nel cammino. 

L’ho capito proprio qualche giorno fa, in una domenica pomeriggio come tante, con un tiepido sole a scaldare l’aria.

In altri momenti avrei programmato escursioni fuori porta, gite in città d’arte o in luoghi ameni. Ma avere una bambina di pochi mesi ed una di poche settimane mi ha spinta a scegliere di optare per una semplice passeggiata nel parco davanti casa.

Mi sembrava una cosa da poco, quasi deludente.

Eppure, quando ho chiesto alla nanetta se fosse contenta, se le fosse piaciuto fare quel piccolo giretto, lei mi ha guardato con occhi pieni di gioia, ha annuito e mi ha abbracciato: la personificazione della gioia in un mostriciattolo di pochi mesi.

 Sì, perché sarà anche stato un semplice giro dell’isolato, ma lo avevamo fatto insieme, mi ero dedicata a lei per un’ora, l’avevo coccolata e avevamo giocato insieme. E questo era tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice. Noi quattro insieme (io, lei, la sorellina ed il papà) e nulla di più. 

 Perché io invece non lo capisco mai?

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